Rombi

“Ciao cara.”
“Ciao Maurizio. E’ da una vita…”
“Come stai?”
“Bene.”
Gli occhiali ti danno un’aria d’incanto. Se sei stata il mio chiodo fisso negli anni adolescenziali ci sarà pure un motivo. E quel motivo sembra non essere sparito a dieci anni di distanza. Già. Ci siamo abituati a pensare sui decenni. Forse un poco di tempo è passato ma è meglio non pensarci troppo.
“Sei sposata?”
“No.”
“Bambini?”
Mi fa il gesto di non sentirci da quell’orecchio.
“Ho detto: bambini!?”
Mi rifà il gesto di non sentirci da quell’orecchio. E solo ora capisco che non è casuale.
“Sono ancora troppo giovane per quello.”
“Non intendevo rimarcare il peso degli anni.” Sorrido. Lei non capisce ma è lo stesso. Sarebbe lo stesso anche se facesse una di quelle sue solite faccine storte come poco prima di un’interrogazione.
“Te le ricordi le superiori?
“Certo. Cosa fai ora?” Ti prego dimmi che fai un lavoro peggio del mio.
“Ragioniera qui sopra. C’è uno studio di piccoli artigiani.”
Stesso schifo allora. Stesso identico stampino. Indossi un bel golfino. Morbido e a rombi. O lo rendi tu morbido e a rombi. Mi sembra di non mettere bene a fuoco nulla. Solo la tua camicia bianca risorosamente da uomo che spunta dal collo a V.
“Come sta Nic?”
“Non stiamo più insieme.” Scrolla le spalle e alza gli occhi nocciola. Provo un senso torbido di piacere. Ma non so da dove venga se dal passato o … interrompe i miei pensieri…
“Tu invece? Sei sposato?”
“No convivo.”
“Allora lei sarà fortunata.”
Sorride, mi bacia sulle gote e mi saluta. Rimetto a fuoco. E’ un solo un bel golfino morbido e a rombi. Indipendentemente da tutto il resto.

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