Delirium

Un posto. C’è. Dove si vuol volere. A ridosso del piacere. Un posto a ridosso del finestrino, in questo viaggio di discorsi ripresi e mai terminati. Sarà tutto un arrivederci, ci sarà tempo a chi al tempo dirà qualcosa di forte. Un’opera che parli per costui, che gridi una mano di vernice indelebile che ritrae il momento della gloria. Caduco. Come un rilascio di sostanze chimiche, che sortito il loro effetto lasciano spazio al dolore o alla malinconia. Caduco ed effimero questo posto che rintrona con le sue paranoiche notizie, le non possibilità di scampo all’enorme che sottomette. Forse ci son cose più grandi di noi. Ma forse no. E’ solo l’alone che si aggrappa forte alla vita, a questo essere Essere, a questo flebile respiro che prende la consistenza di un corpo. Forse siamo noi a rendere inscindibile il passato dai ricordi. Perchè, non per nulla, un poco, ogni giorno moriamo.

C’è un silenzio attorno a me che mura l’Attorno. C’è un silenzio attorno a me che soffoca per una volta la voce sterile dell’impiccio delle mode. Un mondo di ovatta che protegge l’embrione di una favola.

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