Znar

A Znar piacciono le prostitute. Penso abbia una venerazione per coloro che ritiene fragili e abbandonate. Znar è mosso da spirito di pietà, le raccoglie sulla strada alle 4 di notte, le porta a casa dopo una piada mangiata in un chiosco tiratardi, le mette a letto, si fa fare un pompino gratis.
Znar, quando esce dal turno di notte, imbocca la Strada Maestra, le controlla, fa loro da guardaspalle. Odia i papponi, odia i vecchi. Li odia per loro.
Fu un addio al celibato. Uno di quelli in un night. Gli altri a bere e a tirar fuori soldi. Lui a parlar di bambini e vite sopraffatte. Le vedi mutare l’aspetto. Le vedi rivestirsi nonostante siano ancora seminude e pronte a scucirti la grana. Le vedi tornar donne se le inviti fuori da lì, come una ragazza qualsiasi. Altre lo mandano a cagare. Di netto. Serve loro tirar avanti, non parole di gomma e un gel pettinatura, non un profumo tranne quello marcio sulla pelle e saliva, se ne vanno imbizzarrite come cavalle frustate nell’orgoglio. Ne prendono un altro che ami di loro il tanga e un po’ di whiskey, le zeppe e il trucco pestato sulle orbite. Znar non è così, svuota le palle in un contenitore d’amore.

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