HP

Mia cara.

La filosofia del viaggio. Questo ultimo Ben Harper ha dentro il succo del partire. Mosse diatoniche ben calibrate fra gli HP e i cavalli motore. Come quei ragazzi che scorrono vicissitudini fra i tatuaggi comuni.
Fa freddo. Si sfoglia la pelle come un libro vecchio e maleodorante di biblioteca. Fa freddo e qualcosa uscirà. Dovesse essere un poco di sangue dalle croste di questa terra corrosa dalle metastasi umane. Dovesse piovere ora. Ma qualcosa uscirà. Il cane odora di mare. E di notte. L’umidità coagulata in rugiadose acquesantiere. Odora di mare. E di un’ora solitaria. Quello d’inverno. Flutti di mercurio. Freddo come il cielo che si risparmia. Dalla spiaggia deserta di Viserba, Rimini appare appesa alle gru di qualche speculazione edilizia. Sembra, se si dovessero spezzare quei cavi, tutta la città sprofondi nel grigiore galleggiante di queste ore12tuttifuoridallechiese. Bassa marea. E qualche pazzo oltre gli scogli. Tranne i gabbiani, che come comari pettegole osservano il litorale dalle rocce. File di gabbiani. Piantati sugli scogli. Rami secchi di una natura becera.
Pargoli. Nel gioco impegnati con una palla sgonfia. Il più piccolo in porta. Mentre il grande lo bombarda con una gragnola di pallonate. Osservo per un attimo l’albergumidume scrostato dalla salsedine che senza soluzione di continuità va da piùmeno l’infinito a piùmeno l’infinito. Una bassa foschia mura la vista a pochi chilometri. La darsena si protende per abbracciare il suo amore mentre il rottame del Rock Island raggruma la linea della sabbia in marciume attaccato alle propria fondamenta. Qui è ancora umano. Residui del tempo che fu. I lunghi viali di platani nudi. E del mare puro. Viserba col suo passato genuino el presente disfatto. Se potessi ti consiglierei di acquistare quella bella villetta dei primi del 900. Proprio quella che sto vedendo ora. Conoscendoti te ne innamoreresti subito. C’è una bella vetrata che da sull’azzurro. Esposta agli spifferi satirici del mare e alle gonfie lune che movimentano le onde. E in cima un bel terrazzo con il parapetto di pietra. Un gabbiano plana immobile nella brezza tagliente. Mentre il cane correndo all’impazzata cerca di raggiugerlo.
Ti stringo forte. E se è possibile: auguri.

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